Dott.ssa Barbara Cassese
Flebologia
Come Curare le Malattie delle Vene
MEZZI DI CURA
Si chiamano VARICI le vene dilatate, tortuose e allungate che si formano pian piano sugli arti inferiori.
Sugli arti superiori sono di solito dovute o a conseguenze tardive di tromboflebiti delle vene ascellare e succlavia oppure a malformazioni venose che compaiono fin dalla nascita.
Le varici possono essere PRIMITIVE o ESSENZIALI se insorgono senza una causa apparente mentre si diconoSECONDARIE le varici da Sindrome Post-trombotica (SPT) oppure da malformazioni venose durante la crescita fetale e che si manifestano già alla nascita.
L'interesse maggiore riguarda la malattia varicosa soprattutto per la sua frequenza. Compare di solito intorno alla trentina e preceduta da un corteo di sintomi che man mano vanno aumentando. Naturalmente le varici vanno avanti, senza possibilità di essere arrestate, anche fino all'età avanzata.
Solo la profilassi, da instaurare ai primi sintomi o le cure adeguate a malattia conclamata, possono dare risultati.
Oggi, per fortuna, c'è una maggiore coscienza del proprio corpo soprattutto a fini estetici e perciò si vedono più spesso donne con capillari antiestetici che ricorrono subito alle cure dell'angiologo, magari ancor prima della comparsa dei primi sintomi clinici.
Di questi, il senso di pesantezza e le gambe gonfie sono i sintomi principali e già il più delle volte, avanzati.
Mezzi di cura moderni
Quando si parla della cura delle varici bisogna innanzitutto sfatare alcune leggende metropolitane o peggio infondati pregiudizi.
La malattia varicosa DEVE essere curata e non esiste alcun motivo che giustifichi la trascuratezza o peggio l'indifferenza.
Prima o poi una varice darà complicanze e il portatore si accorge improvvisamente di avere una flebite o un'emorragia da un grosso capillare.
Sulla caviglia, nella parte interna, si vedrà comparire una chiazza brunastra che diventa sempre più scura col tempo e basterà anche un minimo trauma per innescare la comparsa di un'ulcera trofica.
E questa è la peggiore iattura che possa capitare a un varicoso perchè è fonte di dolore ed invalidità. Oggi noi abbiamo mezzi e criteri sufficientemente sicuri per garantire un notevole successo, a patto però che il paziente si lasci curare, ossia si sottoponga a controlli costanti nel tempo. Questo perchè la Malattia Varicosa ha per definizione carattere evolutivo e cronico dovuto ad una specie di debolezza congenita dell'individuo.
Attualmente la malattia venosa, per sottolineare la sua cronicità, si chiama col termine Malattia Venosa Cronica (MVC).
I criteri fondamentale su cui si basa la moderna cura delle varici sono:
- SCLEROTERAPIA
• Tradizionale
• con schiuma ecoguidata (scleromousse)
- CHIRURGIA
• demolitiva (stripping, varicectomie)
• emodinamica
- TERAPIA ENDOVASCOLARE
• laser
• radiofrequenza
Questi mezzi non sono affatto contrapposti bensì possono integrarsi vantaggiosamente a vicenda secondo la necessità e la particolare evolutività che per ciascuno è sempre differente.
In pratica è difficilissimo vedere 2 pazienti con le medesime vene, la stessa evoluzione o stesse reazioni al trattamento. E questo anche per la straordinaria varietà anatomica del sistema venoso.
Contenzione elastica
Però in tutti i casi è assolutamente necessario un supporto elasto-compressivo fatto da bendaggi o da calze elastiche che solo lo specialista può prescrivere, essendo una vera e propria medicina. Sappiamo per esperienza diretta che questi mezzi di cura sono mal digeriti dalle signore, che sono la stragrande maggioranza, e le calze elastiche vengono appena sopportate.
Ma bisogna ricordare che la contenzione elastica è il mezzo e la CURA BASILARE per ogni tipo di flebopatia.
Come detto prima, la calza viene scelta dall'angiologo in base al tipo di compressione, lunghezza e tipologia di filato.
La Scleroterapia
La SCLEROTERAPIA è storicamente forse la prima cura dell'epoca moderna. Essa può essere usata come completamento della chirurgia (terapia integrata sec.Bassi) oppure come mezzo di cura primaria. Infatti dopo la chirurgia la cura viene completata sclerosando i rami residui e tutti quelli che si svilupperanno in futuro per la nota tendenza individuale di "fare varici".
Per i capillari la sclerosi si è ancora rivelata il gold standard come mezzo idoneo e unico per il loro trattamento.
Infatti tentativi con laser si sono dimostrati inefficaci se non, a volte,disastrosi sul piano estetico.
In mani esperte la scleroterapia non provoca alcun danno o problema: può e deve essere ripetuta a cicli, non influenza un eventuale intervento futuro e provoca una vera e propria cicatrizzazione dei capillari o delle vene. L'unico svantaggio è la durata nel tempo con sedute ogni 15/20 giorni e la possibilità di una pigmentazione residua o più raramente una piccola necrosi cutanea che può anche essere dolorosa ma tendente alla guarigione.
La mia esperienza insegna che usando oculatamente ed opportunamente le giuste dosi e la necessaria delicatezza, si potranno mantenere nel tempo, con ragionevole certezza, i risultati di un miglioramento sicuro.
Ma non parlo volutamente di guarigione perché noi possiamo agire solo sulle conseguenze della malattia ma non sulla sua matrice che è congenita.
Però, e cosa più significativa, possiamo evitare le dannose complicanze cui una malattia varicosa va incontro se trascurata. Comunque di sicuro sclerosare vene o capillari NON provoca la comparsa di nuove gittate di capillari o vene se non c'è una chiara predisposizione individuale.
La scleromousse
Evoluzione della sclerosi con mezzi liquidi è la SCLEROMOUSSE che, pur utilizzando i medesimi mezzi sclerosanti, è più efficace grazie alla stessa schiuma ottenuta con semplicità, che rimane più a lungo sulla parete delle vene.
L'evoluzione è stata possibile grazie all'introduzione dell'ecocolordoppler che permette di vedere la schiuma entrare nel sistema venoso e seguirne la sua diffusione.
Esiste poi la possibilità di evitare uno stripping chirurgico di una vena grande o piccola safena, evitando traumi e degenze poiché la scleromousse lascia libero quasi subito il paziente. Ma sempre indispensabile la calza elastica da usare almeno una ventina di giorni.
E' evidente il comfort per il flebopatico e la rapidità con cui si completa la terapia, Sempre restando come punto fondamentale il controllo nel tempo per seguire un'eventuale ricanalizzazione, ossia una riapertura della vena che era sta chiusa con la sclerosi.
Non è però un problema: la scleromousse può essere ripetuta con tranquillità.
I costi della metodica sono relativamente bassi e la procedura semplice.
Terapia chirurgica
La TERAPIA CHIRURGICA ha subito, negli ultimi tempi, grandi controversie e cambiamenti.
Qualche hanno fa, faceva la parte del leone la terapia demolitiva ossia lo "stripping" di una vena safena varicosa che prevedeva la rimozione di quasi tutta la vena con una speciale sonda (stripper) che, introdotta nella vena, la asportava letteralmente strappandola.
Grazie all'Ecocolordoppler si è visto che la recidiva ossia la ricomparsa di varici era più frequente di quanto si pensasse ma non solo.
Stripping Vena Grande Safena
Gli studi di dinamica del sangue sono stati perfezionati grazie a ricerche inaugurate da un dopplerista francese, Franceschi, le cui teorie hanno creato la terapia emodinamica (CHIVA) il cui principio è quello di non eliminare la vena bensì di conservarla attraverso interventi di minima ma basati sullo studio dei flussi e reflussi venosi. Nel mondo flebologico allora si sono avute due correnti: i demolitori e i conservatori.
A tuttora non ancora è stato raggiunto un accordo su quale delle due terapie fare affidamento. Forse solo il tempo e gli studi successivi potranno deridere i dubbi.
Laser e Radiofrequenza
A complicare il problema ci sono le nuove tecniche di scleromousse e le recenti TERAPIE ENDOVASCOLARIquali l'utilizzo del laser e della radiofrequenza.
In sostanza si tratta di tecniche di distruzione delle vene così come la scleromousse ma utilizzando mezzi tecnici costosi e complessi.
Entrambi i casi, anche se la preferenza è stata data al laser, prevedono l'introduzione di una sonda che, semplificando, "brucia" la parete della vena facendola chiudere utilizzando il calore del laser o la radiofrequenza.
Ma ci sono chirurghi, come il sottoscritto, che si ritengono eclettici, ossia decidono a la demande, ossia applicando una o l'altra tecnica secondo il quadro anatomico o quello della fisiologia del circolo venoso.
Terapia medica
La TERAPIA MEDICA rappresenta un ausilio importante e indispensabile, anche se è sempre stata ritenuta un po' la cenerentola delle cure. Se nel passato le si negava qualche efficacia, era perché le si chiedeva troppo: far scomparire vene e capillari,prerogative queste dell'intervento chirurgico e della terapia sclerosante.
Un farmaco venotonico dovrebbe:
- aumentare il tono venoso
- aumentare il drenaggio della linfa
- diminuire la permeabilità dei capillari
- diminuire l'infiammazione locale.
In sostanza migliorare sintomi come le gambe gonfie, pesanti e doloranti.
La ricerca farmacologica ci ha fornito tutta una gamma di nuovi prodotti e ci ha riproposto in chiave più moderna vecchi rimedi usati fin dall'antichità ossia principi di origine vegetale, flebotonici di natura vitaminica o sintetizzati in laboratorio e basati su molecole originali.
Per concludere
Dopo questa panoramica,mi resta poco da aggiungere.
Spero innanzitutto di aver posto nella giusta dimensione il gravoso problema delle malattie venose degli arti inferiori.
Ho cercato di fare un tentativo per sfatare miti e dannose credenze che, come una superstizione, circondano la patologia venosa, nonché di fare una panoramica sulle più attuali tecniche di sclerosi, chirurgia e terapia medica.
E perciò vorrei trasmettere un invito a non trascurare una malattia venosa che, se trattata agli esordi e con l'arte dovuta, può anche migliorare sorprendentemente.
E questo permetterebbe all'umanità di essere liberata dall'incubo dell'ulcera venosa che, come le più grandi malattie del passato, dovrebbe essere destinata a scomparire del tutto in una società moderna,razionale e protesa verso il suo futuro.
Ulcera Venosa